Le Case della Comunità rappresentano una delle innovazioni più significative del sistema sanitario italiano, introdotte grazie ai finanziamenti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Entro la metà del 2026, infatti, l’Italia dovrà attivarne circa un migliaio su tutto il territorio nazionale, con l’obiettivo di rivoluzionare l’assistenza sanitaria territoriale.
Cosa sono le Case della Comunità
Le Case della Comunità (CdC) sono le nuove strutture socio-sanitarie che entreranno a far parte del Servizio Sanitario Nazionale. Si tratta di presidi sanitari territoriali che fungono da punto di riferimento per la popolazione locale, offrendo un accesso facilitato alle cure primarie e ai servizi sociosanitari.
L’investimento ha l’obiettivo di offrire assistenza sanitaria di prossimità ai residenti, assicurando il servizio principalmente alla popolazione più anziana, riducendo così il numero delle ospedalizzazioni anche non urgenti. In questo modo, le strutture mirano ad alleggerire la pressione sugli ospedali e a garantire una risposta più tempestiva ai bisogni dei cittadini.
Dove aprono le Case della Comunità
La distribuzione delle Case della Comunità seguirà criteri demografici precisi. Le strutture dovranno essere presenti ogni 40.000-50.000 abitanti, garantendo così una copertura capillare del territorio nazionale.
Inizialmente il target prevedeva la realizzazione di 1350 Case della Comunità, ma a causa dell’aumento dei costi dei materiali di costruzione, sono state riprogrammate nell’ambito della rimodulazione del PNRR, con un numero minimo di almeno 1038 strutture.
Le regioni stanno procedendo con ritmi diversi: l’Emilia-Romagna, ad esempio, ha già attive 141 Case della Comunità diffuse su tutto il territorio, con l’obiettivo di arrivare entro il 2026 a 185 strutture. Per la realizzazione di queste strutture si utilizzeranno sia edifici di nuova costruzione che strutture sanitarie già esistenti riconvertite.
I due modelli organizzativi: Hub e Spoke
Le Case della Comunità si articolano secondo due modelli principali:
Case della Comunità Hub
Garantiscono presenza medica h24 – 7 giorni su 7 anche attraverso l’integrazione della Continuità Assistenziale e presenza infermieristica h12 – 7 giorni su 7. Queste strutture rappresentano il centro di riferimento principale per i servizi sanitari più complessi.
Case della Comunità Spoke
Le strutture spoke sono invece punti di assistenza primaria più piccoli e diffusi sul territorio, che offrono servizi di base e fungono da punto di contatto tra il cittadino e il sistema sanitario, collegandosi agli hub per i casi più complessi.
I servizi offerti dalle Case della Comunità
Le Case della Comunità offrono un’ampia gamma di servizi sanitari e sociosanitari:
Servizi di Base
- Punto Unico di Accesso (PUA): luogo dedicato all’accoglienza, all’informazione e orientamento sui servizi sanitari, sociali e socioassistenziali
- Continuità Assistenziale: il servizio della ex guardia medica integrato nella struttura
- Prelievi e vaccinazioni
- Assistenza infermieristica di comunità
Servizi Specialistici
I servizi obbligatoriamente erogati dalle CdC hub includono servizi di specialistica ambulatoriale per le patologie ad elevata prevalenza (cardiologia, diabetologia, pneumologia, ecc.) e servizi diagnostici di base (ad esempio ecografia, ECG, spirometria).
Altri Servizi Integrati
Nelle Case della Comunità saranno organizzati e forniti altri classici servizi già erogati dalle Asl: dai Centri Vaccinali ai Consultori Familiari; dai servizi per la salute mentale a quelli per le dipendenze patologiche; le Cure Palliative; la neuropsichiatria infantile e per l’adolescenza; la medicina dello sport.
Il Team Multidisciplinare
Nella Casa della Comunità lavorano in modalità integrata e multidisciplinare tutti i professionisti – medici, specialisti, infermieri, ostetriche, assistenti sanitari, fisioterapisti, assistenti sociali ed altri professionisti sanitari, sociali, amministrativi.
Questo approccio multidisciplinare garantisce una presa in carico completa del paziente, con particolare attenzione ai malati cronici e alle persone fragili.
Orari di Funzionamento
Le strutture principali (denominate “hub”) garantiranno la presenza di medici di base e pediatri in servizio continuativo h24, 7 giorni su 7, mentre le strutture secondarie (“spoke”) offriranno assistenza per 12 ore giornaliere, dal lunedì al sabato.
La Rivoluzione dell’Assistenza Territoriale
Tutti i medici che entreranno nel sistema sanitario nazionale dal 2025 avranno un doppio obbligo: esercitare per assistere i propri assistiti, e lavorare con prestazioni orarie, assegnate dall’Azienda sanitaria di riferimento, nelle Case di Comunità.
Questa riforma segna anche il superamento del vecchio concetto di guardia medica, di fatto sostituito dal nuovo sistema di assistenza territoriale h24.
L’Integrazione con il Sistema Sanitario
Le Case della Comunità non operano in isolamento, ma si integrano perfettamente con il sistema sanitario esistente. All’interno del Distretto sanitario, che è il punto di accesso a tutti i servizi delle ASL, coesistono infatti svariati servizi e strutture, inclusi gli Ospedali di Comunità per ricoveri brevi a bassa intensità.
Benefici per i Cittadini
I principali vantaggi delle Case della Comunità includono:
- Accesso facilitato: strutture di prossimità facilmente identificabili e raggiungibili
- Continuità assistenziale: copertura 24/7 per i casi non differibili
- Prevenzione e screening: programmi dedicati alla promozione della salute
- Gestione integrata della cronicità: approccio multidisciplinare per i pazienti fragili
- Riduzione delle ospedalizzazioni improprie: gestione territoriale dei codici bianchi
Prospettive Future
Entro il 2030 queste strutture evolveranno per garantire in modo sempre più coordinato ai cittadini l’accesso unitario e integrato all’assistenza sanitaria, sociosanitaria e socioassistenziale, rappresentando un pilastro fondamentale per un sistema sanitario più resiliente ed efficiente.
Le Case della Comunità costituiscono quindi una risposta concreta alle sfide della sanità moderna, dall’invecchiamento della popolazione alla gestione delle patologie croniche, offrendo un modello di assistenza territoriale innovativo e integrato che pone il cittadino al centro del sistema di cura.