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Rifiuti e differenziata: le novità in Italia – Una panoramica delle nuove normative e investimenti per il 2025

L’Italia si trova in una fase di significativa trasformazione nel settore della gestione dei rifiuti e differenziata, caratterizzata da importanti innovazioni normative europee, massicci investimenti del PNRR e obiettivi ambiziosi di economia circolare. Il 2025 rappresenta un anno cruciale per il raggiungimento degli standard europei e il consolidamento delle performance nazionali.

I dati attuali della raccolta differenziata italiana

La raccolta differenziata in Italia ha raggiunto il 66,6% a livello nazionale nel 2023, con sette Comuni su dieci che hanno superato la soglia del 65%. I dati del Rapporto ISPRA 2024 evidenziano progressi significativi, ma anche persistenti disparità territoriali che caratterizzano ancora il panorama nazionale.

Il Nord Italia mantiene il primato con il 73,4% di raccolta differenziata, seguito dal Centro (62,3%) e dal Sud (58,9%). Tuttavia, il dato più incoraggiante riguarda la velocità di crescita del Mezzogiorno, che sta riducendo progressivamente il gap con il resto del Paese, diminuendo lo scostamento di 4,5 punti rispetto al Nord.

Sul podio delle regioni più virtuose troviamo Veneto (77,7%), Emilia-Romagna (77,1%) e Sardegna (76,3%), mentre restano indietro Lazio (55,4%), Sicilia (55,2%) e Calabria (54,8%). Bologna emerge come il primo comune con oltre 200.000 abitanti a superare la soglia del 65% con quasi il 73% di raccolta differenziata.

Il nuovo Regolamento UE 2025/40: una svolta per gli imballaggi

Una delle principali novità normative riguarda il Regolamento UE 2025/40, adottato il 19 dicembre 2024, che introduce nuove regole per la gestione degli imballaggi e dei rifiuti di imballaggio, sostituendo la Direttiva 94/62/CE.

Il regolamento europeo stabilisce obiettivi ambiziosi per l’economia circolare, puntando a ridurre la quantità di imballaggi immessi sul mercato, migliorare il riutilizzo e il riciclo attraverso obiettivi vincolanti, e eliminare sostanze pericolose come alcuni metalli pesanti e PFAS dagli imballaggi.

Gli imballaggi dovranno avere etichette uniformi in tutta l’UE per indicare il corretto smaltimento, semplificando la raccolta differenziata. Inoltre, viene rafforzato il principio della Responsabilità Estesa del Produttore, rendendo i produttori responsabili anche della fase di fine vita degli imballaggi.

Per l’Italia, il regolamento prevede l’introduzione di un sistema cauzionale per bottiglie in plastica e lattine in alluminio dal 1° gennaio 2029, ma i Paesi che raggiungeranno l’80% di raccolta differenziata entro il 2026 e il 90% entro il 2029 potranno essere esentati.

La raccolta differenziata dei rifiuti tessili: obbligo europeo dal 2025

Dal 1° gennaio 2025 tutti i Paesi UE devono adottare obbligatoriamente la raccolta differenziata dei rifiuti tessili. L’Italia ha anticipato questa scadenza, rendendo obbligatoria la raccolta tessile già dal 1° gennaio 2022.

La gestione dei rifiuti tessili assume particolare importanza considerando l’aumento del consumo di capi di abbigliamento e la riduzione del tempo medio di utilizzo. L’Emilia-Romagna, ad esempio, ha raggiunto nel 2023 un tasso di riciclaggio del 16% per i rifiuti tessili, con l’obiettivo del 52% al 2027.

Gli investimenti del PNRR: 2,1 miliardi per l’economia circolare

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza rappresenta una leva fondamentale per la modernizzazione del settore. Il PNRR ha stanziato 2,1 miliardi di euro per investimenti nel settore rifiuti, con il 71% delle risorse destinate al ciclo dei rifiuti e riservate a soggetti pubblici, e il 29% rimanente alle imprese private.

Gli investimenti si articolano in diverse linee di intervento: miglioramento e meccanizzazione della raccolta differenziata (600 milioni di euro), ammodernamento e realizzazione di nuovi impianti di trattamento/riciclo (450 milioni di euro), e realizzazione di impianti innovativi per il trattamento di assorbenti, fanghi, rifiuti di pelle e tessili.

I bandi per l’assegnazione dei fondi hanno registrato una forte adesione, con richieste di finanziamenti per oltre 6,3 miliardi di euro a fronte di una disponibilità di 1,5 miliardi.

Performance di riciclo e sfide future

Il riciclo dei rifiuti di imballaggio in Italia ha raggiunto il 75,3% nel 2023, superando non solo l’obiettivo europeo del 65% al 2025, ma anche quello del 70% al 2030. Tuttavia, il riciclo dei rifiuti urbani si attesta al 49,2%, con l’obiettivo europeo del 55% al 2025 ancora da raggiungere.

La percentuale di riciclo dei rifiuti urbani è cresciuta al 50,8% nel 2023, in aumento dell’1,6% rispetto al 2022, ma resta necessario un ulteriore sforzo per allinearsi agli ambiziosi target europei del 65% entro il 2035.

Nuove normative End of Waste per i rifiuti da costruzione

Dal 26 settembre 2024 è in vigore il Decreto ministeriale 127/2024 sul recupero End of Waste dei rifiuti da costruzione e demolizione, con obbligo di adeguamento per le aziende entro il 25 marzo 2025. Il regolamento definisce nuove procedure per la cessazione della qualifica di rifiuto degli inerti da costruzione e demolizione.

Il costo della gestione dei rifiuti

Il costo medio nazionale per la gestione dei rifiuti urbani è di 197 euro per abitante, con significative differenze territoriali: il Centro registra i costi più elevati (233,6 euro), seguito dal Sud (211,4 euro) e dal Nord (173,3 euro).

Secondo gli studi ISPRA, la gestione dei rifiuti con tariffazione puntuale risulta più economica, con una media di 166,6 euro per cittadino nei 1.352 comuni censiti che adottano questo sistema.

Prospettive future e obiettivi 2025-2035

L’Italia deve prepararsi ad affrontare sfide ambiziose nei prossimi anni. Gli obiettivi europei prevedono il 55% di riciclo dei rifiuti urbani entro il 2025, il 60% entro il 2030 e il 65% entro il 2035. Parallelamente, lo smaltimento in discarica dovrà ridursi al massimo al 10% entro il 2035.

La transizione verso un’economia circolare richiede investimenti continui nelle infrastrutture, miglioramento della qualità delle raccolte differenziate e sviluppo di tecnologie innovative per il trattamento dei rifiuti più difficili da riciclare.

Il successo di questa trasformazione dipenderà dalla capacità di coordinamento tra istituzioni, imprese e cittadini, sfruttando appieno le opportunità offerte dal PNRR e adeguandosi tempestivamente alle nuove normative europee. Solo attraverso un approccio sistemico sarà possibile trasformare definitivamente i rifiuti da problema ambientale a risorsa per l’economia nazionale.