Una lapide marmorea ricorderà in via Scalfaro, 26, sua ultima dimora, il patriota catanzarese Giacinto De Jessi, ucciso nel corso della repressione borbonica nel 1823, in epoca Risorgimentale, a difesa del Regno delle Due Sicilie. Prevista una breve cerimonia istituzionale, alle 16.30.
Impegnato nel foro di Catanzaro come patrocinatore, Giacinto De Jessi fu uno dei capi della setta carbonara “Cavalieri Europei Riformati” fondata da Raffaele Poerio. Il giovane era già stato coinvolto nel processo del 1821 per l’attentato al vescovo Clary.
Fu arrestato nei pressi della sua casa in via S. Maria del Mezzogiorno, condannato all’impiccagione nel processo-farsa allestito dal De Matteis,(Commissario per le province di Catanzaro e Cosenza) e giustiziato nei pressi della Porta di Mare, insieme a Luigi Pascali, anch’egli catanzarese e Domenico Monaco, di Mendicino. Era il 24 marzo 1823, Lunedì Santo. E fu un chiaro messaggio di terrore inviato alla città, perchè mettesse da parte eventuali ansie di ribellione.
Prima di arrivare al ‘processo’, erano state avviate feroci repressioni e ‘interrogatori’ con l’impiego degli strumenti di tortura.
La proposta di commemorazione è stata avanzata da un privato ed ha ottenuto l’assenso della Commissione Toponomastica comunale.
Nella Foto: una delle tante lapidi dedicate ai carbonari
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